Dire di no è semplicissimo, in linea di principio. Ecco alcune strategie di autoaffermazione.
Quante volte ci rendiamo conto di aver risposto sì troppo presto? Di aver permesso che qualcuno si immischiasse nelle nostre decisioni? Di aver taciuto, anche se non eravamo d’accordo con quanto stava succedendo? O di averla pronunciata la parola “no”, ma probabilmente non in modo abbastanza chiaro e inequivocabile?
Quando nei miei workshop sulle gestione dei reclami chiedo ai partecipanti di stilare una lista delle situazioni in cui incontrano più spesso difficoltà nella relazione con i clienti, il dire di no è sempre ai primi posti.
A imparare ad affermare sé stessi non si smette mai, è parte della nostra comunicazione con l’altro, e per questo dura una vita intera. Al tempo stesso esistono delle strategie di autoaffermazione per farsi valere con colleghi, collaboratori o responsabili in modo garbato e deciso.
Per questo post ho ripreso in mano un testo dell’esperta di comunicazione Barbara Berckhan, Piccolo manuale per non farsi mettere i piedi in testa, di cui ti riporto alcuni estratti.
Come capisci se hai difficoltà a porre confini netti tra te e l’altro
Ecco una lista di fattori che ti permette di capire se è molto facile strapparti un sì:
- sei sempre tu la persona che risolve la situazione. Quando qualcosa non va non ce la fai proprio a stare a guardare, è come se indossassi una maglietta con la scritta: “Rivolgetevi pure a me, so io come fare!”. Il rischio? Le persone attorno a te capiscono in un lampo a chi scaricare la patata bollente: a te. Anche quando non la volevi.
- nessuno ha riguardo nei tuoi confronti. Le persone che ti circondano tendono a riversare su di te i loro problemi e le loro disgrazie, anche se cerchi di farglielo capire alzando gli occhi al cielo, brontolando o cercando di cambiare discorso. Perché succede? In realtà non sanno cosa non gradisci: dici no troppo di rado e non stabilisci confini chiari tra te e l’altro.
- ti senti responsabile di chi si trova in stato di bisogno. Sei una persona che si preoccupa molto? Tendi a fare molto per gli altri, non limitandoti solo all’essenziale, ma anche assumendoti la responsabilità? Prova a pronunciare più spesso la frase: “Arrangiati da solo!”. In un contesto lavorativo non siamo la mamma o il papà di nessuno, e spesso ce lo dimentichiamo.
Come dire no: strategie di autoaffermazione
Dire no è semplicissimo, in linea di principio. L’importante è non esitare e non ricorrere a troppe parole. Esprimi il tuo no in modo naturale, come se informassi l’altro dell’ora o della data odierna. Questa pacata naturalezza nel tono di voce farà capire al tuo interlocutore che hai le idee chiare e che non gli conviene mettere in dubbio il tuo rifiuto.
Dopo aver pronunciato la parola no, se vuoi, puoi spiegare brevemente i motivi del tuo rifiuto, utilizzando frasi brevi e semplici, che ti permetteranno anche di continuare a respirare, non andare in affanno e pensare. Mentre parli, guarda l’altro direttamente negli occhi.
Presta attenzione a come parli: la tua è una spiegazione, non una giustificazione. Se inizi a giustificarti, potresti dare all’altro l’impressione di desiderare comprensione e questo lo spingerebbe a replicare al tuo rifiuto, con l’aggravante che non sapresti più come uscirne.
Ricordati che puoi mantenerti sulla tua posizione anche se l’altro non ne comprende i motivi.
Ultimo consiglio: non cedere. Se il tuo no non viene accettato, ripetilo un’altra volta, aggiungendo una breve motivazione se serve. Evita però di agitarti e continua a mantenere un tono fermo e deciso.
Come ribellarsi con un no deciso alle mortificazioni
Capita talvolta che il nostro interlocutore non accetti il no e camuffi la sua mancanza di rispetto con ironia e leggerezza.
In questi casi la regola è: non ridere.
Le mortificazioni non sono mai divertenti e nemmeno indice di umorismo, e soprattutto denotano mancanza di professionalità.
Resisti alla tentazione di fargliela pagare mancandogli a tua volta di rispetto e alzati subito in piedi adottando il contegno più fiero e regale possibile. Parla con un tono più calmo e profondo del solito, senza urlare e guardando la persona direttamente negli occhi, e pronuncia una o due frasi che facciano capire chiaramente all’altro come stanno le cose: “No, non voglio. Smettila subito”, “Non è divertente. Se fai così, con te non parlo”, “Basta, adesso! Non le permetto di comportarsi in questo modo”.
Come dire di no mostrando comprensione
Talvolta evitiamo di pronunciare un no perché temiamo di dover rinunciare a un rapporto sereno con l’altra persona, rapporto che poi pregiudicherebbe la collaborazione lavorativa quotidiana. In realtà è possibile mostrare comprensione e al tempo stesso rispondere con un no. Ecco la strategia che consiglia Barbara Berckhan.
- Presta attentamente ascolto: limitati a questo, senza dire nulla e senza annuire con il capo, perché potrebbe essere interpretato come un sì.
- Stabilisci cosa vuoi: dopo aver ascoltato, prenditi una breve pausa di riflessione, rimanendo in silenzio e prestando attenzione a come ti senti. Poniti mentalmente la domanda: cosa voglio?
- Comunica la tua decisione: se non puoi o vuoi esaudire la richiesta della persona davanti a te, comunicaglielo. Dimostrale anche, però, che comprendi la situazione e la sua richiesta, esprimendoti con frasi chiare e semplici come: “Ho capito che per te la questione è davvero importante. Purtroppo al momento non sono in grado di aiutarti: la mia agenda è già piena”, “Capisco che per lei sia importante avere la conferma il più presto possibile. Per me, però, la situazione è questa: mi servono ancora due giorni per leggere la richiesta e valutare il tutto”.
Vuoi prenderti del tempo per riflettere?
Se sei una persona che finora ha detto sì troppo in fretta, imparare a dire no ti risulterà più arduo. Prova allora a procedere per gradi. Tra il sì e il no esiste una via di mezzo, un punto neutro nel quale non c’è più un sì automatico, ma nemmeno un no, per il momento. Questo punto è il tempo di riflessione. Una pausa per pensare.
Il tempo di riflessione ti permette di pensare tranquillamente, valutare vantaggi e svantaggi, fornire una risposta più articolata, e di prendere tempo quando avverti eccessiva pressione da parte dell’altro.
Non farti mettere sotto pressione dagli altri. Se qualcuno – collega, responsabile o cliente che sia – ha una terribile fretta e vuole decidere tutto subito, fai così: controlla che si tratti davvero di un’urgenza.
Troppo spesso si tende ad abusare della parola “urgente” nelle PMI. Guardati bene attorno: sta bruciando la palazzina in cui lavori? Oppure c’è qualcuno con un’emorragia in corso?
Ricordati che se ti fanno pressioni, spesso la migliore risposta da dare è: “Ci rifletterò su”, “Mi serve un po’ di tempo per pensarci”, “Interessante proposta. Prima di accettarla o meno, però, preferisco dormirci su una notte”.