I clienti spariscono dopo aver ricevuto il preventivo? Scopri quali errori stai facendo e come evitarli per trasformare ogni offerta in una vera opportunità di vendita.
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La tua offerta non è la fine del viaggio, ma il ponte verso la vendita e la relazione
Invii preventivi, ma i clienti spariscono senza darti risposta? Ti è mai capitato di preparare un’offerta con cura, inviarla con aspettative alte e poi… silenzio assoluto? Nessun feedback, nessuna chiamata, nessuna chiusura.
Se succede spesso, forse c’è qualcosa che puoi migliorare nel modo in cui gestisci questa fase. Fare un preventivo non è solo una questione di numeri. È un momento strategico della customer experience: il cliente decide se potrà fidarsi di te o se è meglio rivolgersi altrove.
Vediamo insieme quali sono gli errori più comuni che fanno scappare i clienti e come puoi evitarli per trasformare ogni offerta in un’occasione concreta di business.
Il preventivo come primo punto di contatto della CX
Ogni interazione con il cliente è un’esperienza. Il preventivo non fa eccezione. È un touchpoint fondamentale che può influenzare la percezione che il cliente ha di te e della tua azienda.
Se il cliente ha una brutta esperienza già a questo punto, quali sono le probabilità che decida di lavorare con te? Molto basse.
Ecco alcuni modi per trasformare il preventivo in un punto di contatto di valore per la customer experience:
- Empatia e ascolto → un preventivo ben fatto deve rispecchiare ciò che il cliente ha espresso nelle sue esigenze. Dimostra che hai compreso il suo problema.
- Accessibilità → il cliente deve poter leggere e capire facilmente il preventivo senza dubbi o incertezze. Se lo trova chiaro e ben strutturato, si sentirà più sicuro nella decisione.
- Allineamento con il brand → il tono, il design e la struttura del preventivo devono riflettere il livello di qualità e affidabilità che il cliente può aspettarsi dalla tua azienda.
Il preventivo non è solo un documento, è un’esperienza. Più sarà curata, più sarà efficace.
Gli 8 errori da evitare quando prepari un preventivo (e come correggerli)
1. Dedicare poco tempo a capire il cliente
Di solito funziona così: il potenziale cliente entra in contatto con noi facendoci visita nel nostro negozio o ufficio, oppure ci invia un’email o ci contatta tramite telefono. Ci espone il suo problema e ci chiede un’offerta economica.
Noi cosa facciamo? Gli poniamo un paio di domande, perlopiù tecniche e mirate (sappiamo già per esperienza che cosa gli può servire), e gli illustriamo il nostro modo di lavorare. Poi iniziamo a scrivere il preventivo. Un’attività che in realtà non amiamo molto e che se potessimo delegheremmo subito a qualcun altro.
Se dovessimo stimare il tempo dedicato a entrambe le fasi, direi che un 30% lo dedichiamo al momento di pre-preventivazione e un 70% alla stesura del preventivo.
Ascolto attivo: il segreto per un preventivo su misura (e convincente)
Sei proprio sicuro che il tempo dedicato a capire i bisogni, le aspettative e anche il non detto del potenziale cliente sia tempo perso? A mio parere è invece un investimento per fare in modo di trasformare il preventivo in fatturato.
Il tempo dedicato alle due fasi dovrebbe essere proprio il contrario:
- 70% alla fase di ascolto attivo
- 30% alla fase di stesura del preventivo.
Se poni le domande giuste e ascolti davvero, il preventivo lo scriverete insieme senza nemmeno accorgervene.
Si dice che le persone esperte facciano domande prima di presentare soluzioni. Chi dovrebbe parlare di più: tu o il cliente? Il cliente.
Se tu sarai in grado di porgli le domande giuste, lui ti racconterà inconsapevolmente tutto ciò che hai bisogno di sapere. In tal modo venderà a se stesso la soluzione. Non è vero che lo irriti. Se le tue domande sono empatiche e di sincero interesse, il cliente si sentirà a suo agio, perché spesso nemmeno lui sa di cosa ha bisogno.
2. Non spiegare il preventivo: il cliente guarda solo il prezzo
Un errore frequente – che vedo commettere indistintamente da professionisti, freelance e venditori – è fare un preventivo e inviarlo per email al cliente senza avere la possibilità di illustrarglielo.
Rifletti un secondo: probabilmente non sei l’unica persona che il cliente ha contattato. Avrà chiesto la stessa cosa ad altre. Secondo te quale sarà la prima cosa che guarderà quando riceverà il preventivo? La cifra in fondo. Il prezzo. Eh sì. Proprio quello. Che confronterà con gli altri. Tutto il resto passerà in secondo piano. A meno che tu non faccia in modo di essere diverso dagli altri.
Un preventivo senza spiegazione è solo un numero
Non inviare mai un preventivo senza aver concordato con il potenziale cliente un momento in cui glielo spieghi. Lo so, può essere difficile. Però provaci. In modo garbato, non pressando chi hai di fronte. Trovando la soluzione più efficace e naturale in base alle caratteristiche specifiche della tua attività – questo è quello su cui ragioniamo di solito durante la consulenza con i miei clienti.
Prima investi tempo per capire chi hai di fronte, poi concorda con lui un momento per presentare il preventivo e rispondere alle sue domande. Hai varie possibilità: puoi andare tu da lui, può venire lui da te, puoi farlo via Skype oppure al telefono. L’importante è farlo.
Spiegare l’offerta è un’opportunità per dimostrare professionalità e attenzione, e spesso fa la differenza tra un sì e un no.
3. Inviare un preventivo standard e impersonale
Il preventivo è uno dei punti di contatto della customer experience, forse uno dei più cruciali in questa fase della relazione. Abbiamo la possibilità di confermare al cliente che siamo la persona giusta per lui e che siamo in grado di risolvere il problema per cui si è rivolto a noi.
Perché scriviamo un preventivo facendo un copia e incolla di un documento qualsiasi preso dal web? Oppure, perché presentiamo due scarne righe in cui indichiamo semplicemente la nostra prestazione con accanto una tariffa? Poi ci arrabbiamo se i clienti badano solo all’aspetto economico. Forse abbiamo anche noi le nostre responsabilità.
Un preventivo su misura vale più di mille offerte standard
Dedica del tempo a personalizzare il preventivo in base al tipo di persona che hai di fronte:
- linguaggio
- prestazione
- vantaggi
- servizi aggiuntivi
- tempistiche
- importo economico.
Il cliente deve percepire subito che la tua offerta parla proprio a lui e risponde alle sue specifiche necessità.
L’impostazione del documento che invii non può essere lasciata al caso, ma deve mettere in evidenza il tuo vantaggio competitivo, ossia il motivo per cui il cliente deve scegliere te e non un altro professionista.
Ogni cliente vuole sentirsi unico. Un preventivo anonimo è già una mezza sconfitta.
4. Ignorare gli aspetti critici: il cliente cerca trasparenza
Vendere non significa portare a casa un cliente a tutti i costi. Quello che ci dovrebbe interessare è creare una relazione duratura e basata sulla fiducia. Sii sincero con la persona che hai di fronte. Va bene valorizzare il tuo lavoro e parlare dei benefici per lui, ma ricordati che è importante anche affrontare gli aspetti più critici. Così eviti di creare false aspettative che poi ti si ritorcono contro.
Fai la differenza con la trasparenza: mostra tutte le carte
Spesso il potenziale cliente, mentre ti ascolta, si chiede dove sia il tranello. Pensa: sì, sì, tutto bene, troppo bene, e la fregatura dov’è? Affronta tu l’argomento per primo. Parla degli aspetti negativi della tua offerta. Dimostra che sei trasparente e metti tutte le carte in tavola.
5. Usare un linguaggio troppo tecnico e poco chiaro
Il cliente si rivolge a noi perché ha un problema e perché crede che possiamo aiutarlo a risolverlo. Non è tenuto a conoscere la terminologia e i tecnicismi del nostro settore. Perché allora riempiamo il nostro preventivo di termini tecnici, per poi meravigliarci che lui non capisca e che non abbia le idee chiare?
Chiarezza prima di tutto: un preventivo che si fa capire si fa scegliere
Nella comunicazione non conta ciò che dici, ma quello che l’altro capisce. Se hai parlato e ti sembra di aver spiegato tutto, ma il cliente non ha capito, la responsabilità è tua: non hai comunicato bene.
Non sarebbe meglio scrivere un preventivo in modo chiaro e subito comprensibile, così da evitare sia di ripetere nuovamente a voce quello che hai scritto, sia pericolosi fraintendimenti successivi?
6. Non richiamare il cliente: aspettare non è una strategia
Questa è una domanda che mi viene posta spesso: dopo aver scritto un preventivo, devo richiamare il cliente?
Risentirsi conta più di restare in attesa
Sì, richiamalo sempre. Per due motivi. Per te è importante fare un preventivo e ricevere un feedback, a maggior ragione se la tua proposta non è andata a buon fine. Puoi imparare dall’esperienza e capire cosa puoi migliorare per i casi futuri. Il cliente ti risponde no, che non è interessato? Capisco, può essere poco piacevole, ma è meglio ricevere un no che rimanere nell’incertezza. Almeno lo sai, puoi archiviare la pratica e dedicarti ad altro.
In secondo luogo, prova a riflettere. Secondo te, cosa pensa una persona che ha chiesto e ricevuto un’offerta, ma poi non sente più nulla? Di essere importante? Di contare qualcosa? A mio parere no. Io penserei: si vede che non gli interessa, vado da un altro che mi considera di più.
7. Non tenere traccia dei preventivi: stai perdendo opportunità
Se ti chiedo quanti preventivi hai inviato quest’anno e quanti di questi sono vinti, persi o in attesa, me lo sai dire? Fare preventivi va bene, ma tenerne traccia è altrettanto essenziale. È un’attività che viene spesso sottovalutata o che si pensa sia tempo perso. Prova a pensare ai vantaggi:
- hai un feedback sulla tua azione di vendita, che ti permette di migliorare l’offerta
- hai un aiuto per pianificare il tuo lavoro futuro: cosa fai se tutti ti dicono sì?
- hai una previsione di (potenziale) fatturato per i prossimi mesi
- tieni monitorato il tuo lavoro di preventivazione e sai chi contattare e quando.
Un preventivo senza traccia è un’opportunità persa
Prepara un file excel semplice o usa un CRM, registrando ogni preventivo con: data, nome cliente, importo, feedback ricevuto e follow-up programmato.
Tienilo sempre aggiornato e monitorato.
8. Sparire dopo aver inviato un preventivo: il peggior errore di tutti
Il cliente ti ha chiesto un’offerta e tu sparisci. Non nel senso che passi a miglior vita. Semplicemente non ti fai più sentire. Ti dimentichi. Non trovi più il foglietto su cui avevi annotato quello che ti aveva chiesto. Oppure sei oberato di lavoro e hai altro a cui pensare. In ogni caso non lo richiami. Lui riceve come risposta da te solo silenzio.
Rispondere ai clienti è una questione di rispetto (e di business)
Alle persone che mi raccontano queste esperienze di solito rispondo: si vede che chi hai contattato non ha bisogno di clienti. Siamo contenti per lui. Per fortuna l’hai capito presto e puoi rivolgerti subito a un altro fornitore.
A te, invece, a cui capita (spesso) di avere questo comportamento, chiedo come mai non hai rispetto. Sì, perché secondo me è una questione di rispetto. Di chi hai di fronte. Che si rivolge a te perché pensa e spera che tu gli possa risolvere un problema, e a cui invece rischi di provocarne un altro. E rispetto della tua attività, della grande fatica che stai facendo e che hai fatto per costruirlo, e che butti con tanta leggerezza nelle ortiche.
Dal preventivo alla firma: la piramide della CX per costruire fiducia
Dalla scoperta all’assistenza: ogni fase conta
Ti sei mai chiesto quante impressioni si forma un cliente lungo il percorso che lo porta dal preventivo alla firma? Ogni fase del suo viaggio, dal primo contatto al supporto post-vendita, conta. Anche il preventivo, che a prima vista sembra un documento “tecnico”, è in realtà una tappa decisiva di questo viaggio.
La CX dovrebbe essere al centro di ogni cosa che facciamo, perché attrarre e conservare i clienti è lo scopo di ogni business.
Possiamo immaginare che il viaggio del cliente attraversi queste fasi:
- scoperta: il cliente ti trova tramite un post o un venditore
- esplorazione: visita il tuo sito per conoscere meglio il servizio
- valutazione: chiede un preventivo per capire se sei la scelta giusta
- acquisto: decide di fidarsi e accettare l’offerta
- utilizzo e supporto: si interfaccia con il tuo Customer care per eventuali necessità.
Ogni momento costruisce (o distrugge) la fiducia. E il preventivo è proprio la prima prova tangibile del tuo modo di lavorare.
Il preventivo deve rispondere a 3 domande
La qualità di un preventivo non si giudica solo dal prezzo, ma da tre fattori chiave: risponde al bisogno, è facile da capire, ed è piacevole da ricevere.
Ogni preventivo, consapevolmente o meno, viene giudicato dal cliente attraverso questa griglia mentale a 3 livelli:
- soddisfa il bisogno –> il preventivo deve rispondere chiaramente alle domande del cliente: cosa offri, con quali tempi e quali vantaggi otterrà
- è facile da comprendere –> il cliente deve leggerlo senza fatica: frasi brevi, linguaggio accessibile, informazioni ben organizzate
- è piacevole –> dalla grafica all’introduzione, ogni dettaglio deve far percepire cura e professionalità.
Dal contratto alla consegna: il rischio di una seconda trattativa (questa volta interna)
Chiudere una trattativa con un cliente non è la fine del lavoro, è l’inizio di un passaggio delicato: trasferire tutte le informazioni ai colleghi che dovranno occuparsi della fase operativa.
Se questo passaggio è frammentato o improvvisato, il cliente se ne accorge subito.
Ecco cosa può succedere (e succede spesso): il venditore ha fatto un ottimo lavoro, ha ascoltato, ha personalizzato l’offerta, ha risposto a tutte le domande e ha creato una relazione di fiducia. Il cliente firma, convinto di aver trovato il partner giusto.
A questo punto, però, il venditore deve spiegare tutto da capo al Back-office, all’Amministrazione, alla Produzione, al Customer care. Ogni reparto vuole sapere:
- cosa è stato venduto
- quali sono le aspettative del cliente
- cosa è fondamentale fare e cosa invece bisogna evitare assolutamente.
Ogni volta che trasferisci un cliente da un reparto all’altro, ricorda che la sua esperienza deve restare fluida e senza intoppi, altrimenti rischia di diventare un percorso a ostacoli. Se questa seconda trattativa interna è faticosa, disordinata o lasciata al caso, il rischio è che ogni reparto comunichi in modo diverso con il cliente. E il cliente, da entusiasta, diventa perplesso.
Quando questo passaggio interno è confuso, il cliente non riceve più coerenza ma un’esperienza frammentata, e la fiducia costruita dal venditore si sgretola in un attimo.
Il passaggio delle informazioni: crocevia tra CX interna ed esterna
Il cliente firma il contratto, riceve la conferma e… da quel momento iniziano i segnali contraddittori. Ecco un esempio di ciò che può succedere quando manca coerenza interna:
- una mail dall’Amministrazione fredda e burocratica (“In allegato la fattura di cui in oggetto”)
- una mail automatica incomprensibile generata dal sistema (“Gentile Utente, a ulteriore conferma l’utente potrà accedere alla pagina UTENZE…”)
- una telefonata dal Customer care che dà informazioni diverse da quelle che aveva ricevuto dal venditore.
Il risultato? Si sente perso e comincia a dubitare della scelta fatta.
Come evitare questo rischio?
- Mappa il processo interno e crea un flusso chiaro di passaggio informazioni tra i reparti.
- Assicurati che tutti parlino la stessa lingua: quella che hai usato tu nella fase di vendita.
- Definisci uno script condiviso, così ogni comunicazione è allineata e coerente.
- Prepara un documento di handover, in cui il venditore sintetizza le informazioni chiave sul cliente e sul progetto.
Tabella riassuntiva: la piramide della customer experience applicata alla tua offerta
Criterio | Cosa significa | Come applicarlo al preventivo |
---|---|---|
Soddisfa il bisogno | Il cliente deve trovare tutte le informazioni di cui ha bisogno. | Scrivi un’offerta chiara e completa, rispondendo in modo preciso alle domande e alle esigenze del cliente. |
È facile da comprendere? | Il cliente non deve faticare per capire il contenuto. | Usa un linguaggio semplice, evita i tecnicismi e organizza le informazioni in modo intuitivo. |
È piacevole? | Il cliente deve percepire affidabilità e cura. | Personalizza il preventivo, usa un tono coerente con il resto della comunicazione e rendi il documento visivamente curato. |
Conclusione: il preventivo è molto più di un numero
Il preventivo non è solo dire al cliente quanto costa un servizio, ma dirgli fin da subito: puoi contare su di me.
I benefici di un preventivo eccellente
- Più fiducia: il cliente sente di essere in buone mani.
- Più chiarezza: evita fraintendimenti e malintesi.
- Più conversioni: un’offerta chiara e curata aumenta le probabilità di firma.
- Più fidelizzazione: il cliente vive un’esperienza positiva già prima di acquistare.
Vuoi fare un preventivo efficace e migliorare la relazione con i clienti?
Il preventivo non è solo un documento di vendita: è il primo mattoncino per costruire una relazione solida. Se vuoi davvero capire e migliorare l’esperienza che i tuoi clienti vivono con la tua azienda, possiamo lavorare insieme per strutturare un percorso efficace di Customer experience management.
Sono certificata a livello internazionale e specializzata in customer experience per le PMI. Vivo a Verona e lavoro in tutta Italia in presenza, in remoto o in forma ibrida, per progetti di consulenza, temporary management, mentoring e formazione. Queste sono alcune aziende e persone con cui ho lavorato, e questi i motivi per cui scegliermi.
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